Frida Kahlo il Senso della Vita

Frida Kahlo non è solo un’artista, è ormai una sorta di leggenda, che ha travalicato la storia dell’arte per entrare nel mito. Un mito che si alimenta di un’aura misteriosa e terrifica nelle sue vicende umane che sono, in fondo, la parte più importante di un percorso che attraversa è vero anche l’arte, ma che non ne costituisce l’aspetto principale.

Infatti, di Frida Kahlo, quello che interessa maggiormente sono le sue esperienze di vita, i suoi amori, le sue passioni, la sua fierezza di donna indomita, che combatte in egual misura le sue malattie e le sue infermità. Una donna che lotta per affermare la sua identità e la sua autonomia, sia umana sia intellettuale.

Tutto questo, all’interno di un momento storico di grande importanza, sia per il suo Paese sia per il mondo intero in cui è stata volontariamente o involontariamente coinvolta anche in vicende ancora oggi oscure e controverse. Ѐ sufficiente pensare alla tragica fine del suo amico e occasionale amante Leon Trotsky.

Vicende vissute all’ombra di un amore, quello per Diego Rivera, che ha segnato indelebilmente la sua vita sia artistica sia privata. Un rapporto denso di passionalità e di conflitti, anche a volte crudelmente sopportati in un altalenare di odio e amore, che sarà comunque la linfa vitale del suo essere donna e artista.

Una vita, quella di Frida, che non lascia indifferenti, soprattutto nel racconto che ella stessa fa delle sue vicende umane, attraverso il suo diario, i suoi scritti, nelle tematiche dei suoi dipinti i quali sono nient’altro che il racconto per immagini della sua travagliatissima vita e nei quali, con una sorta di perverso compiacimento unito ad un desiderio di esorcizzazione, immortala tutte le tormentate fasi della sua esistenza.

Ma se nei dipinti racconta in maniera quasi ipnotica le fasi più crude della sua vicenda terrena in una sorta di lenta terapia psicanalitica, a volte piena di visioni allucinate – a cui non è certo estranea la confidenza con la morfina, di cui era già, per ragioni mediche, un’ abituale frequentatrice – è pero nelle numerose fotografie a lei scattate dai suoi amici che il suo volto ci parla, ci attrae raccontandoci dei suoi umori, delle sue passioni, della sua eleganza e della sua ambigua visione della vita.

In queste immagini fotografiche, gli aspetti più crudi delle sue sofferenze ci sono in qualche modo risparmiate, a favore di immagini che la ritraggono come lei probabilmente voleva essere: una donna elegante, emancipata, circondata da affetti e da persone gioiose.

Quello che colpisce e viene messo in evidenza in tutte le fotografie è quella forte impronta etnica popolare, intrinsecamente messicana che rimane tale anche nelle fotografie a lei scattate fuori dal Messico.

Frida, anche lontano dal suo Paese, tiene comunque sempre a rimarcare la sua identità, fiera della sua appartenenza ad un mondo, quello messicano, che ha duramente conquistato una sua libertà e per questo merita il rispetto che gli è dovuto.

La si vede sempre vestita con abiti lunghi e variopinti, acconciata con i capelli raccolti e ornati di fiori e foulard coloratissimi, colma di anelli etnici e con splendide collane di gusto tribale. Nelle fotografie si mostra sempre con uno sguardo altero, con gli occhi profondamente espressivi, tesi a nascondere il senso angosciante di un’infermità che la perseguitava sin dalla giovinezza e che era ormai diventata per lei, una compagnia di vita ineludibile.

In questa mostra, le fotografie la ritraggono nei momenti più felici, accanto agli amici, nelle pause rilassate dell’ozio festivo o in compagnia degli occasionali visitatori del suo Diego, allora la star assoluta dell’arte centro americana, il maestro incontrastato e riconosciuto della pittura muralista. Pittura da lui tardivamente scoperta dopo il suo soggiorno parigino ma subito scippata, intuendone la forte portata promozionale oltre che artistica, agli amici e compagni d’arte, Leal e Siqueiros.

Frida, in queste fotografie, si lascia sorprendere in maniera rilassata, a volte anche posata. Comunque, sempre con una confidenza verso il mezzo fotografico che le deriva, indubbiamente, dalla paterna attitudine, visto che Guillermo Kahlo, suo padre, era un ottimo e apprezzato fotografo, chiamato per questo ad un lungo lavoro di documentazione delle coloniali e barocche chiese del Messico. Lavoro che lo portò a realizzare una serie di immagini che, ancor oggi, sono viste come un capolavoro della fotografia documentaria.

La straordinaria vita di Frida è qui riproposta e immortalata, nelle fotografie che la vedono ritratta da alcuni dei più grandi fotografi del suo tempo, molti dei quali sono poi diventati dei miti. Basti citare Imogen Cunningham, Edward Weston, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, per capire quali erano le sue frequentazioni.

Tutto questo ci fa comprendere come la sua pur breve vita sia stata comunque straordinariamente vissuta. Colma di incontri che ne hanno arricchito il senso e il fascino, contribuendo a creare attorno a lei un mitico alone, quell’aura, che solo le grandi personalità sanno emanare, e che è in grado di tracimare al di là del tempo, delle mode e delle latitudini.

Vincenzo Sanfo – Curatore della mostra